L’impatto ambientale dell’estensione a mare

Immagine © RPBW

Nell'ambito del progetto di urbanizzazione in mare, nella Anse du Portier del Principato di Monaco (realizzato dalla SAM Anse du Portier), l’impresa francese Bouyghes Travaux Publics – filiale di Bouyghes Construction - ha dato il via ai lavori dell’infrastruttura marittima che rappresenta la prima fase della creazione del terrapieno di sei ettari in mare. L'importo totale della costruzione dell’infrastruttura è di circa un miliardo di euro.

Il progetto di urbanizzazione prevede la realizzazione, entro il 2025, di un eco-quartiere con caseggiati di gran lusso (60 000m²), negozi, infrastrutture pubbliche, l'estensione del Grimaldi Forum, parcheggi interrati, un porto turistico con zona pedonale, un parco vegetale e due sentieri: uno costiero e l’altro, immerso nel verde, lungo il giardino giapponese.
La tecnica scelta per realizzare l'infrastruttura marittima è un terrapieno recintato da 18 cassoni trapezoidali prefabbricati in cemento armato, alti 26 metri, pesanti 10 000 tonnellate cadauno e dotati di camere di smorzamento. Essi sono destinati ad attutire gli urti del moto ondoso e quindi a proteggere le sovrastrutture.

La società Bouygues TP e lo Stato monegasco hanno preso diversi provvedimenti per limitare l'impatto ambientale del cantiere di urbanizzazione in mare (il futuro eco-quartiere beneficerà di riconosciute certificazioni ambientali), in conformità con gli impegni e i trattati internazionali ratificati dal Principato in questo campo. Tra gli obiettivi prioritari di gestione: il mantenimento della qualità dell’acqua; la conservazione delle risorse marine, dei siti naturali, delle specie; nonché la gestione delle emissioni sonore del cantiere. A tale fine, è stato approntato uno studio molto dettagliato sui requisiti ambientali del progetto e sono state definite diverse azioni volte a rispettarne le indicazioni, in particolare per le due aree marine protette rivierasche - la riserva del Larvotto e il fondo coralligeno degli Spélughes.

Le problematiche di sviluppo dei lavori, i loro effetti e potenziali impatti sull’ecosistema sono stati identificati mediante l'analisi dello stato iniziale del sito, sia terrestre che marino. Per tutta la durata del cantiere, lo svolgimento dei lavori in funzione delle diverse condizioni meteo-marine sarà costantemente controllato da dispositivi di sicurezza per impedire la dispersione di particolati e monitorare la qualità dell’acqua.

Per il problema delle emissioni acustiche, l’obiettivo è di ridurre al minimo i disturbi al vicinato e ai mammiferi marini. Infatti, l'azienda ha già installato un dispositivo per la misurazione in tempo reale del rumore, garantendo un controllo accurato dello stesso durante tutte le fasi dei lavori. Le informazioni vengono trasmesse direttamente allo Stato che riceverà un segnale di allarme in caso di superamento dei livelli fissati. L’impresa costruttrice si è inoltre impegnata a controllare e limitare la torbidità dell'acqua causata dal dragaggio dei sedimenti, i quali saranno riversati in mare aperto: le operazioni più delicate per l'ambiente marino.

Un altro importante vincolo ecologico di cui si è tenuto conto è la protezione della riserva del Larvotto e delle posidonie: quelle che si trovano fuori dalla riserva e che potrebbero essere danneggiate dai lavori, saranno trapiantate verso l’area protetta, seguendo un protocollo scientifico e monitorando il loro adattamento al nuovo sito. A fine lavori, la creazione attorno all’estensione a mare di nuovi habitat artificiali per i pesci - idonei alle specie identificate - compenserà la perdita inevitabile di quelli naturali esistenti.

Tutte le anomalie, compreso il superamento dei limiti-soglia ambientali, comporteranno lo spostamento o la sospensione dei lavori in corso. Infine, la presenza costante di subacquei specializzati nella zona interessata, garantirà interventi rapidi tramite mezzi nautici.

Anche lo Stato monegasco avrà il proprio sistema di sorveglianza in tempo reale dalla superficie marina e del cantiere (telecamere aeree), dell'ambiente subacqueo (macchine fotografiche e sonde per la misurazione della torbidità) e dell’impatto acustico nel quartiere antistante (microfoni negli edifici). Infine, un biologo subacqueo, membro del team di assistenza tecnica dello Stato, interverrà immediatamente in caso di necessità.

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