Turismo: aumenta la presenza degli italiani a Monte-Carlo

 

Intervista con Guillaume Rose, direttore della DTC- Direzione Turismo e Congressi di Monaco

Il 2016 ha segnato sul versante del turismo il ritorno degli italiani nel Principato, che rappresentano il terzo Paese, secondo i dati forniti dal direttore della DTC Guillaume Rose, dopo la Francia e l’Inghilterra. È questo forse, assieme all’arrivo consistente dei polacchi, il dato più eclatante dell’anno che ha appena chiuso i battenti.
Un anno positivo per la ‘destinazione Monaco’ nonostante il difficile contesto internazionale, condizionato dagli attentati terroristici, aveva spiegato Rose nel corso della Serata del turismo organizzata il 21 novembre al Méridien Beach Plaza, alla presenza del ministro di Stato Serge Telle e del ministro delle Finanze e dell’Economia

Jean Castellini. Il Principato invece trae vantaggio da un ambiente e una reputazione che spingono i turisti a privilegiarlo.
E il futuro, avvantaggiandosi della ‘politica dell’attrattività’ attuata nel Principato in ogni settore, promette l’arrivo di nuovi flussi turistici potenzialmente interessanti, fra cui quelli provenienti da Messico, Scandinavia, Sud Africa, Spagna e Romania.

Guillaume Rose, come è stato, turisticamente parlando, il 2016 nel Principato?

È stato eccellente, con qualche rallentamento ovviamente nel mese di luglio (per via dell’attentato a Nizza, n.d.r.), e anche nelle feste natalizie, ma nell’insieme c’è stata una buona tenuta, nella media del 2014-2015, che sono stati anni ottimi.

E quali sono le nazionalità che hanno maggiormente frequentato Monte-Carlo?

La principale novità in campo turistico è stato il grande ritorno degli italiani che, nell’anno appena concluso, ha segnato un 12 per cento di presenze in più – calcolate sulla base delle notti trascorse in albergo – rispetto al 2015. Gli italiani infatti sono al terzo posto dietro ai francesi e agli inglesi, seguiti da americani, russi, tedeschi e svizzeri. Inoltre per i vostri connazionali il Natale a Monte-Carlo è una tradizione. La Russia, invece, continua la sua lenta flessione (su tre anni c’è stata una perdita del 30 per cento circa) anche se è da considerarsi un calo in rapporto alle cifre magnifiche del 2013. I russi restano pur sempre la quinta presenza turistica nel Principato, sempre calcolata sulla base dei pernottamenti alberghieri. Infatti vi sono alcune nazionalità, tra cui appunto la russa e la cinese, che trascorrono anche sei notti in media a Monaco.

E riguardo ai Paesi emergenti?

Nel 2016 abbiamo constatato un aumento massiccio di polacchi, circa del 40 per cento, e un’ottima tenuta dei turchi, che sono già clienti fedeli del Principato. Manteniamo poi la clientela cinese, che era esplosa nel 2015. Tra i nuovi arrivi vi è una popolazione molto interessante che è la messicana, la cui presenza, basandosi sempre sull’indicatore delle notti trascorse in albergo, è più che raddoppiata negli ultimi cinque anni. In Messico infatti abbiamo organizzato trasferte per far conoscere il Principato e l’insieme delle sue entità turistiche, nelle quali sono stati allacciati contatti con agenti di viaggio e tour operator di altissimo livello. Per l’anno appena iniziato, è previsto che ritorneremo in Messico per continuare la promozione della ‘destinazione Monaco’, ma andremo anche in Romania, che è un mercato potenzialmente interessante, in Scandinavia e in altri Paesi.

Tutto questo turnover di popoli condiziona le scelte in campo turistico?

Essere internazionali è un’enorme opportunità per noi. Infatti, se per caso un Paese attraversa un momento di crisi, la sua clientela viene spesso rimpiazzata con quella di un altro. Per esempio, adesso sono diminuiti i turisti russi, ma abbiamo più italiani. Nel 2016 abbiamo avuto meno americani, a causa delle elezioni, ma noi speriamo che nel 2017 vadano nuovamente forte e abbiamo già avuto dei segnali in questo senso e numerose prenotazioni di gruppi. A questo si deve aggiungere che a Monaco abbiamo un 30 per cento di turismo d’affari che dà stabilità al settore. La stagione dei congressi, tra l’altro, va da settembre a marzo, mentre i turisti classici prediligono il periodo da marzo a settembre.

Come cambiano i flussi turistici nell’epoca della globalizzazione? La clientela è meno stanziale ed esistono di conseguenza forme di collaborazione con gli Stati vicini?

Monaco si inserisce in un territorio che turisticamente parlando va da Sanremo fino a Cannes. Con gli Stati e le località vicine, quindi, la nostra offerta si completa. Trascorrere le vacanze nel Principato significa anche poter visitare il sud della Francia e l’Italia, la vicina Liguria, con Sanremo in testa, e l’insieme delle destinazioni fino a Milano e a volte persino a Firenze. Una bella forma di cooperazione esiste già con l’areoporto di Nizza. E il nostro marketing consiste proprio nel dire ‘venite a Monaco e soggiornando qui visiterete tre Paesi’.

Ci può parlare del turismo culturale e legato ai grandi eventi?

Il Festival del circo, il Gran Premio di Formula 1, il torneo di tennis Monte-Carlo Rolex Masters, il Monaco Yacht Show, il Jumping Internazionale di Monte-Carlo, e tutti gli altri eventi, vanno molto bene. Per questo noi continueremo a creare grandi avvenimenti. Adesso attendiamo il ballo di Venezia del 4 febbraio e il primo Salone internazionale dell’automobile di Monaco, dal 16 al 19 febbraio: un evento a cielo aperto in cui ecologia, tecnologia e prestigio saranno protagonisti e dal quale ci attendiamo una grossa partecipazione. In luglio avremo anche una magnifica ‘notte della danza’, organizzata dai Balletti di Monte-Carlo, che coinvolgerà l’intera popolazione. E questa è una grossa novità culturale.

Exit mobile version